I Musei Reali presentano il progetto APICI: prodotti fermentati nelle Alpi PIemontesi tra Cambiamento climatico ed Innovazione, legato al progetto di ricerca #Bones, finanziato da un apposito bando della fondazione CRT a partire dal 2022.
APICI, parte del più ampio programma di ricerca quinquennale #Bones, condotto dal laboratorio ArchaeoBiomics – Biomolecular Archaeology and Osteology, Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) in convenzione con i Musei Reali, in due anni ha permesso di applicare metodi biomolecolari (quali Zooarcheologia tramite Spettrometria di Massa, Analisi dei Residui Organici, DNA antico e nuove datazioni radiocarboniche) allo studio di reperti organici da vari contesti antichi. Il progetto di archeologia biomolecolare ha previsto una azione prettamente “museomica”, ovvero basata interamente sugli archivi materiali dei Musei Reali nei depositi archeologici. Alla domanda quindi ‘a cosa servono gli imponenti depositi dei musei?’, la ricerca guidata dalla professoressa Beatrice Demarchi può rispondere che oggi, tramite metodi -omics (genomica, proteomica, lipidomica) mutuati dalle scienze biologiche d’avanguardia, siamo in grado di estrapolare nuove informazioni dai reperti meno ‘nobili’ e non adatti all’esposizione (quali appunto le ossa e altri materiali organici), mobilitando informazioni ambientali di lungo periodo dalle collezioni.
Ad esempio, il progetto ha permesso di aprire nuove riflessioni sui metodi di produzione alimentare nella preistoria piemontese e sull’utilizzo delle materie prime di origine animale di
ambito alpino (es. il tipo di allevamento, la produzione di formaggi e prodotti fermentati),scegliendo come caso studio materiali provenienti da Chiomonte-La Maddalena. Il sito, scavato alla fine degli anni ‘80, rappresenta uno dei più estesi contesti neolitici delle Alpi nord-occidentali, dal quale è possibile ancora oggi ricavare una grande quantità di informazioni indicative della relazione tra le comunità umane e l’ambiente montano durante i millenni.
Il progetto finanziato da CRT ha permesso di indirizzarsi sulle seguenti attività:
● applicazione del metodo ZooMS (Zooarchaeology by Mass Spectrometry) per l’identificazione, su base molecolare, delle specie animali presenti a Chiomonte durante il Neolitico, a partire da frammenti ossei;
● estrazione di residui organici (Organic Residue Analyses) da un campione pilota di frammenti ceramici, per individuare la presenza di molecole caratteristiche di possibili alimenti (inclusi i prodotti caseari) o di trattamenti effettuati sui contenitori;
● analisi sul DNA antico di campioni faunistici al fine di individuare l’origine e la variabilità genetica degli animali di Chiomonte;
● esecuzione di nuove datazioni radiocarboniche sui resti faunistici dove le analisi ZooMS abbiano dimostrato un’adeguata conservazione della materia organica.
I risultati preliminari ottenuti da APICI hanno attestato una buona conservazione dei materiali a livello biomolecolare, smentendo in questo caso lo scetticismo sullo stato di conservazione dei materiali organici medesimi provenienti dai suoli archeologici piemontesi. Il metodo ZooMS ha permesso l’identificazione di nuovi resti umani e di canidi dall’abitato nonché confermato l’utilizzo di un ampio spettro di faune selvatiche a scopo alimentare, ma anche utilitaristico.
All’interno dei contenitori ceramici sono stati poi identificati dei residui organici di natura lipidica, indice della presenza di grassi di origine animale, nonché tracce di resine naturali. Infine, le nuove datazioni in corso potrebbero permettere di ricostruire parti di contesto ancora oscure confermando l’importanza degli archivi materiali dei Musei.
Tramite APICI è stato così possibile ricontestualizzare un campione pilota dei reperti che furono scavati tra il 1987 e il 1989 a Chiomonte, fornendo nuovi dati utili per il progetto di ricerca più ampio appena avviato “Ri-Conoscere Chiomonte: studio interdisciplinare e valorizzazione del patrimonio culturale come strumento di interconnessione fra passato e futuro” che prevederà, tramite l’Accordo Quadro tra Musei Reali e Università di Torino, SABAP-TO e Comune di Chiomonte, il ristudio delle fasi cronologiche di Chiomonte meno note.