Fu edificata per ospitare il telo di lino con impressa l’immagine che i cristiani identificano con il Cristo deposto. La celebre reliquia, posseduta dai Savoia fin dal 1453, è ora conservata in una speciale teca in fondo alla navata sinistra della Cattedrale. I lavori, avviati nel 1607, ricevono un impulso determinante con l’arrivo dell’architetto Guarino Guarini, padre teatino, insigne matematico e uno dei massimi protagonisti del Barocco europeo.
Chiamato a Torino nel 1666, Guarini concepisce una struttura che sfida ogni canone dell’architettura, inserendo sul corpo cilindrico preesistente un volume nuovo costituito da tre grandi archi inclinati verso l’interno. Il tamburo è alleggerito da sei alti finestroni alternati a pilastri con nicchie e la cupola è concepita come un’ardita torre-reliquiario, una spettacolare architettura diafana con sei livelli di archi sovrapposti e sfalsati che convergono nella stella-sole posta all’apice, dove spicca la colomba dello Spirito Santo. L’alzato della Cappella, nell’intreccio dei suoi diversi elementi, nella cura dei dettagli decorativi e simbolici, nell’importanza attribuita al contributo della luce, non ha termini di paragone nell’architettura occidentale.
La costruzione viene completata sotto la direzione di Guarini, fino alla sua morte avvenuta nel 1683. Nel 1694 la Sindone viene trasferita nell’imponente doppio altare centrale progettato da Antonio Bertola, dove rimane fino al 1993, quando è collocata nel Duomo.
In seguito a un vasto incendio divampato nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997, la Cappella della Sindone è stata oggetto di un complesso intervento di restauro, fino alla sua riapertura al pubblico il 27 settembre 2018.
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