Africa. Le collezioni dimenticate presenta oltre 160 opere e manufatti in gran parte inediti: sculture, utensili, amuleti, gioielli, armi, scudi, tamburi e fotografie storiche provenienti dalle collezioni sabaude e dal MAET di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Il percorso è suddiviso in cinque sezioni che documentano le relazioni di Torino con il Congo, l’Eritrea, la Somalia, l’Etiopia e l’attuale Libia nell’età dello scamble for Africa: esploratori e avventurieri, tecnici e ingegneri attivi per l’amministrazione del Congo Belga, penetrazione italiana nel Corno d’Africa, visite e rapporti diplomatici con re e principi di casa Savoia, fino all’occupazione coloniale.
La prima sezione, Italiani in Africa: esploratori, avventurieri e consoli, è dedicata alle raccolte, tra il 1857 e il 1890, di Giacomo Antonio Brun Rollet, esploratore delle sorgenti del Nilo in Sudan, di Vincenzo Filonardi, armatore e console a Zanzibar nel 1882, e di Giuseppe Corona, attivo in Congo.
Le vie dello sfruttamento: ingegneri in Congo focalizza l’attenzione sul contributo di ingegneri e tecnici torinesi come Pietro Antonio Gariazzo, Carlo Sesti, Tiziano Veggia e Stefano Ravotti impegnati nella costruzione di infrastrutture coloniali in Congo, con una selezione di armi, strumenti musicali, tessuti e oggetti artistici e d’uso quotidiano.
La terza sezione, Colonizzare la montagna: il Rwenzori, è dedicata alla spedizione del Duca degli Abruzzi e di Vittorio Sella sul massiccio al confine tra l’Uganda e l’attuale Repubblica Democratica del Congo, documentata da una straordinaria serie di immagini fotografiche.
La sezione Dalla spartizione dell’Africa all’aggressione coloniale raccoglie opere provenienti da Eritrea, Cirenaica e Tripolitania, Somalia, Etiopia: figurano soprattutto scambi e doni diplomatici, oltre a manufatti accumulati o depredati nel corso delle guerre coloniali italiane.
Il percorso termina con l’opera The Smoking Table di Bekele Mekonnen (1964, vive e lavora ad Addis Abeba), artista concettuale, educatore e intellettuale pubblico. In residenza ai Musei Reali tra maggio e giugno, Bekele sviluppa nella mostra un lavoro site-specific che, partendo dai temi dello scramble for Africa e della storica Conferenza di Berlino, reinterpreta in chiave contemporanea le relazioni documentate dalle opere esposte e pone la questione difficile ma necessaria della decostruzione della colonialità.

SERVIZI EDUCATIVI

Nell’ambito della mostra i Servizi Educativi del museo organizzano un concorso per le scuole che intende offrire uno spazio di confronto ed elaborazione personale e collettiva sui temi proposti nella mostra, a partire dalle suggestioni che scaturiscono dall’opera The Smoking Table di Bekele Mekonnen.

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PUBLIC PROGRAM

Attenzione: si comunica che la performance di danza sperimentale con Melaku Belay, prevista il 23 gennaio 2024, è annullata per cause impreviste.
Il concerto di Mulatu Astatke, previsto il 6 febbraio 2024, è stato rinviato e sarà riprogrammato. La data dell’appuntamento verrà comunicata appena possibile.
Il talk CinAfrica. Le relazioni tra Cina ed Africa, previsto il 17/2 alle ore 17 presso il Museo d’Arte Orientale di Torino, è stato rinviato e sarà riprogrammato. La data dell’appuntamento verrà comunicata appena possibile. Ci scusiamo per eventuali disagi.
Ci scusiamo per eventuali disagi.

Un programma di disseminazione accompagna la narrazione scientifica ed etica del percorso attraverso una serie di eventi, che intrecciano approfondimenti istituzionali e cultura visiva, performance musicali e artistiche. Il Public Program, sviluppato dalla Direzione regionale Musei con i Musei Reali, l’Università di Torino e il supporto della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, è teso a coinvolgere le istituzioni del territorio e i nuovi spazi culturali che operano con intenti sociali: attività per ragionare sulla storia delle relazioni tra l’Italia e l’Africa a partire dal patrimonio comune, aprire il dibattito su questioni che riguardano la decostruzione delle narrazioni coloniali, nuove cittadinanze, l’emergenza di storie e produzioni culturali ibride. Il programma, che includerà laboratori presso le scuole di Agliè e Racconigi, sarà ospitato al Circolo dei Lettori, ai Musei Reali, al Museo d’Arte Orientale, al Castello di Racconigi, al Castello di Agliè, a Palazzo Carignano, nella Casa di quartiere San Salvario, al Polo del ‘900 e coinvolgerà anche l’Associazione Donne Africa Subsahariana e Seconda Generazione.

Ringraziamenti

La mostra AFRICA. Le collezioni dimenticate, è stata curata da Elena De Filippis, Enrica Pagella e Cecilia Pennacini, ideata e prodotta dai Musei Reali con la Direzione Regionale Musei Piemonte e il MAET – Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, in collaborazione con il Museo delle Civiltà di Roma, con il sostegno di CoopCulture e il contributo di Tuxor SpA.

Il progetto è curato da Lucrezia Cippitelli, storica dell’arte e docente di Estetica presso l’Accademia di Brera, con vasta esperienza di ricerca, formazione e sviluppo di progetti culturali collaborativi, curatrice anche del public program Africa. Eredità dissonanti.

Il progetto è sostenuto dal PAC2022-2023 – Piano Per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La mostra è resa possibile grazie a un finanziamento della legge 77/2006 che sostiene progetti dei siti italiani posti sotto la tutela dell’UNESCO, come il sito delle Residenze sabaude, e a un contributo dei Musei Reali di Torino.

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