Progetto realizzato grazie alla collaborazione tra Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali e Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino. La riflessione su un tema di stringente attualità quale la distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale ha indotto tre istituzioni torinesi – i Musei Reali, il Museo Egizio e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – a dar vita a un progetto espositivo dal titolo Anche le statue muoiono (mutuato dal documentario del noto regista francese Alain Resnais e di Chris Marker). Le opere saranno ospitate nelle sedi delle tre realtà proponenti creando così un filo che attraversa, anche fisicamente, la città di Torino e rivolgendosi a pubblici diversi che potranno così entrare in dialogo. Ai curatori delle tre realtà coinvolte si affianca la collaborazione dell’Università degli Studi di Torino e in particolar modo del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, diretto da Stefano de Martino.
L’obiettivo è far dialogare opere d’arte di differenti epoche e provenienti da contesti geografici diversi attorno a un tema trasversale come quello della distruzione, quindi parallelamente della conservazione e protezione, del patrimonio culturale. La sfida più rilevante di un progetto come questo è far coesistere collezioni di istituzioni tra loro profondamente eterogenee per far in modo che possano rispondere a domande quali: qual è il ruolo di un patrimonio storico-artistico nei processi di costruzione dell’identità culturale di un popolo? Quali sono gli effetti di una devastazione così estrema sul senso di appartenenza, sull’idea di tradizione e condivisione, sulla possibilità di concepirsi come un insieme? Su quali basi si può costruire un futuro, se le tracce del proprio passato sono state sistematicamente obliterate? Come si può concepire un’idea di riparazione, di riconciliazione? La mostra Anche le statue muoiono vuole tentare di rispondere a queste domande attraverso il dialogo tra opere d’arte contemporanee, antiche e materiale documentario fotografico.
I Musei Reali propongono una riflessione sui conflitti che comprende archeologia e storia dell’arte, dai rilievi assiri, all’arte cipriota e romana fino alla pittura di Roger van der Weyden. Il percorso si intreccia con l’arte contemporanea attraverso la grande installazione di Mariana Castillo Deball, nel centralissimo Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale, e le riprese filmiche della recente attività di ricerca e di recupero attuata dal Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino in Iraq. Storie di reimpieghi, distruzioni o saccheggi, ma anche nuovi contesti di forma e di significato, identità perdute, smembramenti e lunghi viaggi: uno scenario attuale sulle logiche di mercato che, ieri come oggi, hanno regolato l’ingresso dei beni culturali nelle grandi raccolte dinastiche prima e nelle collezioni dei più noti musei occidentali poi. Una scena di conflitti museali che richiama i grandi conflitti anche contemporanei su simboli contesi e che pone domande sul futuro dei grandi musei post-coloniali.
Tariffe: Intero euro 12; ridotto euro 10 per i possessori del biglietto d’ingresso intero di una delle altre due sedi (Museo Egizio e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo).
L’installazione di Mariana Castillo Deball, nel Salone delle Guardie Svizzere, sarà visibile fino al 10 giugno 2018.