Spazio riservato alla Corte e luogo di piacere, il giardino è per eccellenza il compendio naturale della vita a Palazzo. I Giardini Reali sono il frutto di trasformazioni iniziate nel Cinquecento con il duca Emanuele Filiberto di Savoia. Nel Seicento, anche grazie alla presenza di due reggenti di origine francese, Maria Cristina e Maria Giovanna di Savoia-Nemours, l’impianto all’italiana, abbellito da profumatissime piante di agrumi, cede il passo alla moda francese, con l’introduzione di lineari e decorativi parterres e l’inserimento di statue in marmo, fontane e aiuole fiorite. Nel Settecento, il Giardino di Levante si arricchisce del gruppo scultoreo con nereidi e tritoni, eseguito da Simone Martinez. La grande area verde, circa sette ettari che si estendono lungo il perimetro delle antiche mura, fu in seguito riallestita da importanti architetti e progettisti e conserva particolari specie botaniche come il Ginkgo Biloba, il Faggio pendulo e le splendide Rose Barpej.

La natura entra con forza nelle sale del Palazzo Reale attraverso le decorazioni in stucco o legno dorato che riproducono fiori, foglie, racemi vegetali, frutti e incorniciano volte e soffitti. La presenza di questi elementi decorativi assume significati simbolici nei grandi dipinti delle sale di rappresentanza del primo piano nobile: l’ulivo nella tela di Jan Miel che raffigura il Trionfo della Pace, nella Sala del Trono; le spighe lungo la ringhiera Scala delle Forbici di Filippo Juvarra, ad augurare abbondanza e prosperità al regno, o ad accompagnare la figura di Cerere, antica divinità italica; l’alloro, che cinge il capo agli eroi o fa da sfondo alle figure di Apollo e Dafne; infine la vite, che evoca la stagione dell’autunno e il giglio, emblema dei re di Francia.

Largo spazio è lasciato alla fauna, così nel soffitto della Galleria del Daniel dove, tra una moltitudine di personaggi allegorici, il pittore Seiter raffigurò un

leone, un’aquila, una colomba, un cavallo, un toro e un cigno, animali dalla forte valenza emblematica. Nello stesso ambiente, l’artificio dello specchio riporta all’interno della residenza la magnificenza dei giardini.

La natura è ricreata anche attraverso la presenza di divinità classiche come Diana, la dea della caccia accompagnata da cervi, o Venere, associata alla spuma del mare e alla conchiglia che le diede la nascita, oppure nella raffigurazione dei Quattro Elementi: Flora per la Terra, Eolo per l’Aria, Vulcano con l’elemento del Fuoco, e Nettuno, attorniato da coralli e specie marine.

Un affascinate e disparato repertorio naturalistico compare nei dipinti seicenteschi dedicati al tema della natura morta, genere che trovò larga diffusione in Italia e soprattutto nelle Fiandre.

La Galleria Sabauda conserva un prezioso nucleo di queste opere, in gran parte provenienti dalle collezioni del Principe Eugenio di Savoia – Soissons. Dipinte ad olio su tela o tavola, raffigurano ortaggi, frutta e molte varietà botaniche: dal tulipano al fiore di viburno, dall’iris alla rosa, senza tralasciare i fiori di campo come il fiordaliso, la margherita pratolina e il narciso. Osservandole con più attenzione, è facile scorgere insetti, farfalle, chiocciole, lucertole e altri piccoli animali.

In maniera altrettanto ricca sono animati i grandi vasi orientali, spesso sormontati dalla figura protettiva del cane o leone di Fo e ornati da peonie, crisantemi, fiori di ciliegio o di pruno selvatico, lepri, carpe e daini. La stessa profusione di elementi naturali si può osservare in ogni settore delle collezioni conservate ai Musei Reali, dalle porcellane per la tavola alle armi e, risalendo indietro nel tempo, nei reperti del Museo di Antichità rinvenuti in Piemonte.

SCOPRI LE OPERE