NUTRIRSI A PALAZZO
Nel corso del tempo il “servizio alla francese”, che prevedeva la presenza contemporanea di tutte le portate sulla tavola, lascia il posto a quello detto
A Palazzo Reale, la sala da pranzo del primo piano nobile era collegata alle cucine del piano interrato attraverso la sala del lavaggio, dove un montacarichi consentiva di portare in tavola le vivande ancora calde e, viceversa, sgomberare rapidamente le stoviglie sporche. Gli ambienti che compongono le Cucine Reali si presentano nella più recente suddivisione tra Cucine del Principe di Piemonte, Umberto II, e Cucine del Re, Vittorio Emanuele III. Una moltitudine di utensili, stampi in rame per torte e budini, altri per cialde e gelati, spiedi e girarrosti, pentole, padelle, pesciere e le grandi stufe in ghisa testimoniano la fervente attività di questi luoghi, utilizzati anche per conservare le derrate alimentari nelle capienti ghiacciaie e popolati da molti inservienti, addetti alle diverse mansioni, cuochi e aiutanti, la cosiddetta “brigata di cucina” presieduta dal capocuoco.
