Ricerche sulla tecnica pittorica del dipinto di Sandro Botticelli rappresentante Venere della Collezione Gualino conservata presso la Galleria Sabauda.

Il dipinto mostra la figura di Venere isolata su un fondo nero all’interno di una nicchia che appoggia su un parapetto in pietra. La figura è ritratta come Venere pudica e trova ispirazione in un modello antico, tramandato da sculture di epoca romana che riprendono un originale greco perduto, nel quale la dea è sorpresa a coprirsi con le mani. Delineata su un fondo scuro e illuminata da destra evoca infatti una statua.

La posa di Venere pudica identifica la figura come la dea Afrodite/Venere e richiama il dipinto La Nascita di Venere degli Uffizi a Firenze dipinta da Botticelli intorno al 1484. Dopo il suo ritorno da Roma nel 1482, Botticelli fu invitato dal suo mecenate Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici ad illustrare i versi del nuovo e celebre poema di Angelo Poliziano, Le Stanze per la Giostra, in cui descrive la dea che sorge dal mare. La Nascita di Venere di Botticelli era quindi un omaggio a Poliziano, poeta e precettore dei Medici, e un’emulazione dell’arte classica. La bellezza sensuale della Venere di Botticelli esprime la duplice natura dell’Amore, che è insieme sacro e profano, secondo la filosofia neoplatonica di Marsilio Ficino.

Alcuni scritti del tempo, o di poco successivi, testimoniano che Sandro Botticelli realizzò molti dipinti rappresentanti Venere, e forse altri nudi di soggetti sconosciuti, che erano apprezzati dai committenti contemporanei. Di tutti questi dipinti ci sono pervenuti solo la Venere della Galleria Sabauda e la versione della Gemäldegalerie, Staatliche Museen di Berlino.

Nulla si conosce circa la collocazione originaria e la funzione del dipinto, così come la sua ubicazione antecedente l’Ottocento. Fu acquistato a Firenze nel 1844 da Davenport Bromley, e rimase insieme a una seconda versione nella sua collezione fino al 1863, poi fu venduto da Christie’s a Lord Ashburton. Il dipinto, dopo essere stato alcuni decenni a Londra, fu acquistato nel 1920 da Riccardo Gualino, industriale e mecenate piemontese. Nel 1930 entrò nella collezione della Galleria Sabauda.

Ciò che appare a prima vista è l’incredibile somiglianza della Venere di Torino con la figura della dea ne La Nascita di Venere della Galleria degli Uffizi a Firenze e con la Venere alla Gemäldegalerie di Berlino. I tre dipinti sono tutti realizzati su tela.

Il progetto VE.N.E.RE. (VEnus Non-invasive Examination and Research), è stato giudicato tra i migliori nell’ambito del bando di E-RIHS – MOLAB 2021 (European Research Infrastructure for Heritage Science – MObile LABoratories) che ha messo a disposizione indagini diagnostiche non invasive scelte in base ai tre principali obiettivi della ricerca:

  • comprendere i materiali e la tecnica pittorica utilizzati dall’artista per realizzare il dipinto;
  • effettuare confronti con altre opere del pittore sulla base di dati analitici con particolare attenzione a La Nascita di Venere della Galleria degli Uffizi e alla Venere alla Gemäldegalerie di Berlino;
  • mettere in luce nuovi aspetti circa la produzione dei dipinti su tela nella bottega di Sandro Botticelli e più in generale nella seconda metà del 1400, visto lo scarso numero di dipinti di questa tipologia giunti sino a noi.

La Galleria Sabauda ha ospitato nel 2022 il gruppo di ricercatori del CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) di Catania che hanno effettuato indagini in XRF mapping (macro/micro) e XRD (puntuale e micro mapping) e il gruppo del CNR-SCITEC (Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta”) di Perugia che hanno svolto le ricerche con Imaging iper spettrale nel visibile e Spettroscopia FT-IR in riflessione. Per il completamento del Progetto è previsto l’arrivo degli studiosi dell’INO (Istituto Nazionale di Ottica) di Firenze che analizzeranno l’opera mediante Scanner VIS-NIR.

Un grande vantaggio è costituito dal fatto che i ricercatori scientifici hanno effettuato le indagini all’interno del museo, favorendo un confronto diretto con gli storici dell’arte ed i restauratori per un approccio interdisciplinare alla ricerca.

Nel 2019 il dipinto era stato studiato mediante indagini diagnostiche non invasive a cura di Thierry Radelet (Laboratorio di Restauro e Analisi), che hanno previsto l’impiego di Fotografie in luce visibile diffusa e radente, Microscopio digitale, Fluorescenza Ultravioletta, Riflettografia Infrarossa e Radiografia digitale che saranno lette in sinergia con i dati dell’Infrastruttura E-RIHS.

Il progetto VE.N.E.RE. dei Musei Reali permetterà di approfondire la conoscenza di un’opera così importante e allo stesso tempo misteriosa e condividere i risultati con il pubblico mediante visite dedicate, workshop, giornate di studi e pubblicazioni.

 

Linda Josephine Lucarelli

Responsabile VE.N.E.RE.

 

Gruppo VE.N.E.RE.

Linda Josephine Lucarelli – restauratrice, Musei Reali

Annamaria Bava – storico dell’arte, Musei Reali

Sofia Villano – storico dell’arte, Musei Reali

Tiziana Sandri – restauratrice, Musei Reali

Alessandra Curti – restauratrice, Musei Reali

Elisabetta Andrina – restauratrice, Musei Reali