Bando Restauri e Cantieri Diffusi 2022

I Giardini Reali sono stati riaperti al pubblico nella primavera del 2016 dopo essere stati oggetto dei primi lavori di restauro del Giardino del Duca e del giardino di levante condotti negli anni 2013-2016; nell’inverno del 2017 è seguito l’intervento sulla zona del Boschetto.

Il cosiddetto Bastion Verde costituisce una delle opere monumentali più significative e nodali del complesso interno ai Giardini Reali. Sul punto in cui il profilo delle mura cinquecentesche si piega a formare il baluardo fortificato, sorge infatti il piccolo padiglione dal caratteristico tetto spiovente alla francese eretto alla fine del XVI secolo dall’architetto Ascanio Vitozzi e ampliato a partire dal 1675. L’edificio, detto anche Garittone, nacque con la funzione difensiva di fornire un punto di osservazione verso il territorio oltre le mura. Tuttavia, per la sua posizione panoramica, valorizzata dalla loggia aperta verso la pianura dove si estendeva il Regio Parco, fu anche utilizzato come belvedere, molto apprezzato dalle principesse. In questa zona del giardino trovavano inoltre spazio l’educazione e l’intrattenimento dei piccoli principi, con aree dedicate al gioco del pallone, alle discipline militari e alle esercitazioni a cavallo.

Il giardino del palazzo ducale si inserisce nel più vasto programma urbanistico che mira ad integrare la città, il palazzo e il territorio al di là delle mura, e che si concretizza a partire dal 1584 con l’arrivo a Torino dell’architetto Ascanio Vitozzi. Il suo progetto per il «Palazzo Novo Grande» sposta il baricentro della sede ducale sul sedime del Palazzo del Vescovo, che si inizia a demolire, confermando un’assialità in direzione nord-sud che diventerà fulcro generatore per il futuro sviluppo urbano, componendo una sequenza di punti nodali che dalla corte d’onore del palazzo, attraverso la ridisegnata piazza Castello e la Via Nuova si estende a sud sulla direttrice del castello di Mirafiori. Verso settentrione il nuovo palazzo ducale si pone analogamente come polo irradiatore per la definizione del territorio extraurbano. Il giardino, posto tra il palazzo e le fortificazioni, è lo spazio in cui si concretizza la fusione tra architettura e natura: non solo concettualmente, ma visivamente nel paesaggio extra-moenia che si proietta come un’estensione del giardino al di là del recinto fortificato.

In questo contesto la realizzazione del casino sul Bastion Verde si carica di significati che vanno oltre l’apparenza dell’oggetto architettonico di pregio. Posto come un vero e proprio belvedere privilegiato per fruire del paesaggio esterno, è un punto di snodo intimamente collegato al Regio Parco per il suo orientamento in asse con il ponte sulla Dora, e funge da tramite fisico per il passaggio al parco. La sua realizzazione è da ritenersi senza dubbio opera del Vitozzi che, con l’assunzione a ingegnere ducale e la direzione dei lavori al palazzo, si occupa di ridisegnare l’intera zona di comando. Anche considerazioni di tipo stilistico non fanno che confermarne l’attribuzione: l’impostazione dell’edificio fonde armoniosamente elementi dell’architettura civile e di quella militare, rivelandosi sicuramente frutto di una mente esperta in entrambi i campi.

Come appare ancora in alcune tavole del Theatrum Sabaudiae, il casino viene progettato con un ripido tetto alla francese che risulta terminato entro il 1587. Le proporzioni armoniose, la loggia – in seguito chiusa – che si apriva verso la prospettiva della campagna circostante, la sobria decorazione di facciata scandita da semplici riquadri, si innestano sui possenti mensoloni – derivati dalla pratica dell’ingegneria delle fortificazioni – che ne reggono lo sbalzo oltre le mura.

Obiettivi del progetto

Il restauro del Bastion Verde, finora mai interessato da sistematici interventi, oltre che a evidenti finalità conservative, è rivolto alla rifunzionalizzazione degli ambienti interni ed esterni nell’ottica di una più completa condivisione con i pubblici che afferiscono a questo spazio concettualmente significativo nel cuore della Città.

In particolare, gli obiettivi da perseguire sono:

  • favorire l’effettiva fruizione del Bastion Verde e dei Giardini Reali per attrarre nuovi segmenti di pubblico
  • promozione turistica degli stessi;
  • creare un intervento coerente con i temi della sostenibilità non solo economica, ma anche sociale e ambientale, dell’inclusione e accessibilità in coerenza con l’Agenda ONU 2030

I quattro ambienti che compongono il Bastion Verde, per una superficie di circa 110 mq, prevedono differenti destinazioni funzionali: i due più grandi, di forma esagonale, saranno adibiti a luogo di incontro e mediazione. La sala iniziale, rettangolare, che verrà resa accessibile con la realizzazione di una rampa esterna disabili, fungerà da centro di documentazione sui giardini e sensibilizzazione agli spazi verdi urbani e storici e alle buone pratiche di conservazione e fruizione dei medesimi, intesi come spazio integrante e necessario del patrimonio culturale esistente.

Inoltre, sarà adibito a bookshop a tema green e giardini, oltre che punto vendita di sementi e bulbi pertinenti alle essenze presenti nei Giardini Reali e nelle principali opere esposte all’interno delle collezioni dei Musei Reali. L’ultima sala, che sarà bipartita, sarà in parte spazio di deposito funzionale ai servizi e parte adibita a zona ristoro.

In ultima analisi, il Bastion Verde si configurerebbe come polo catalizzatore delle specificità dei Giardini, proprio in virtù della sua estrema riconoscibilità architettonica e concettuale, anche dall’esterno. Di contro, i Giardini troverebbero nel monumento la struttura connettiva che lega ed esplica le diverse vocazioni e i differenti percorsi fruibili nello spazio verde, al momento non ancora espressi appieno.